DEFINIZIONE DI ACUFENE : la definizione di Acufene attualmente accettata limita l’uso della parola Acufene o Tinnito ad un unico fenomeno : la “percezione uditiva fantasma”
( Jastreboff, 1990, 1995) .
Più precisamente per Acufene si intende : « la percezione di una sensazione sonora derivante esclusivamente da attività all’interno del sistema nervoso centrale senza alcuna attività vibratoria meccanica a livello della coclea e non correlata a qualsiasi stimolazione esterna » ( Jastreboff 1995).
EPIDEMIOLOGIA : diversi studi stimano la prevalenza di Acufeni nella popolazione generale in valori che oscillano tra il 6 e il 30% ; risulta essere intorno al 2-4% la prevalenza di pazienti che «soffrono» di Acufeni, o meglio a causa delle conseguenze dell’Acufene sulla sfera emotiva.
EZIOLOGIA: numerose sono le cause che possono provocare la comparsa di Acufeni; ricordiamo le più frequenti :
• Patologie dell’orecchio esterno e medio
• Traumi acustici, acuti e cronici ; traumi cranici
• Barotraumi
• Farmaci ototossici
MECCANISMI DI GENERAZIONE DELL’ACUFENE :
Si consideri che in presenza di una riduzione del segnale acustico in ingresso (come avviene per esempio in conseguenza di un danno del recettore acustico o semplicemente introducendo un soggetto in una cabina silente) il nostro sistema uditivo si iper-attiva per recuperare le informazioni perdute. Ne consegue, a livello retro-cocleare lungo la via acustica centrale, un aumento del guadagno del segnale e tale fenomeno si traduce in un innalzamento dell’attività elettrica spontanea ( normalmente non percepita in quanto casuale e non significativa) e delle sue naturali fluttuazioni con il risultato che tale attività viene infine percepita come suono ( acufene).
L’acufene rappresenta pertanto solo un effetto collaterale di una normale attività compensatoria delle vie acustiche centrali nel tentativo di ottenere una sempre migliore qualità di udito
La percezione dell’Acufene presenta caratteristiche psico-acustiche completamente differenti rispetto alla percezione dei suoni esterni; si ritiene attualmente improbabile che la coclea giochi un qualche ruolo nella percezione degli Acufeni, percezione che sembrerebbe strettamente correlata ad una anomala attività bio-elettrica a livelli sottocorticali o corticali della via acustica centrale.
Detto ciò, l’elaborazione dell’Acufene segue le stesse regole e meccanismi dell’elaborazione dei suoni esterni nell’ambito del sistema nervoso centerale. La percezione dei suoni esterni, come peraltro quella degli Acufeni, coinvolge molteplici centri nervosi al di fuori della via acustica. Per valutare un suono è necessario confrontare le sue caratteristiche con altri modelli immagazzinati nella memoria uditiva. In funzione del suo significato e di precedenti associazioni, la percezione del suono indurrà emozioni e reazioni diverse. Analogamente la percezione dell’Acufene segue le stesse regole. L’elaborazione di ogni tipo di informazione uditiva (suono esterno od Acufene che sia), all’interno del sistema nervoso avviene a diversi livelli e coinvolge modelli di riconoscimento e memoria che interessano altri sistemi, in particolare il Sistema Limbico (deputato alla elaborazione delle emozioni) ed il Sistema Nervoso Autonomo (deputato al controllo di tutte le funzioni spontanee, involontarie del nostro organismo).
Nel momento in cui la comparsa dell’acufene è associata ad un evento od emozione negativa (perdita di udito, vertigini o anche solo preoccupazione, ansia, allarme) si attivano una serie di riflessi condizionati che , in presenza di uno stimolo di per sé neutro quale l’acufene , mantengono e rinforzano reazioni emotive negative ( ansia, irritazione, depressione ecc. ecc.) che rappresentano la vera causa del disagio lamentato dai pazienti che “soffrono” di acufeni. Questa attività è mutevole, volatile e soggetta al fenomeno della plasticità, definita come la possibilità da parte del Sistema Nervoso Centrale di riprogrammare la propria attività, creando nuove associazioni, ricordi e risposte riflesse. E’ la plasticità del Sistema Nervoso Centrale che, opportunamente diretta e utilizzata, rende possibile anche l’estinzione di condizionamenti consolidati e di archi riflessi negativi, riclassificando l’acufene come stimolo neutro, non significativo e pertanto indifferente, dando così sollievo ai pazienti affetti dagli acufeni.
La RIDOTTA TOLLERANZA AI SUONI, evento spesso correlato alla presenza degli Acufeni, comprende diversi fenomeni :
• IPERACUSIA: consiste in una riduzione del livello di intensità sonora che il paziente è in grado di tollerare, indipendentemente dall’innalzamento della soglia uditiva; si manifesta con una sensazione di disagio, fastidio, talvolta anche di vero e proprio dolore per suoni che ad altre persone risultano indifferenti.
• MISOFONIA: consiste in una anomala reazione emotiva negativa all’esposizione ad un suono, o particolari tipi di suoni, che si manifesta con sensazioni di avversione, ripugnanza, disgusto e talvolta di schifo.
• FONOFOBIA: è una forma particolare di Misofonia in cui la reazione emotiva negativa è rappresentata dal timore o da vera e propria paura (in genere che il suono possa danneggiare l’orecchio, compromettere l’udito o condurre ad un peggioramento dei propri sintomi in generale).
Iperacusia, Misofonia e Fonofobia non hanno alcuna relazione con la soglia uditiva e possono presentarsi in pazienti con udito del tutto normale. In ogni situazione clinica Iperacusia, Misofonia e Fonofobia possono coesistere o essere presenti singolarmente: il comune denominatore è rappresentato dalla ridotta tolleranza ai suoni. Acufeni e ridotta tolleranza ai suoni spesso coesistono: circa il 40% dei pazienti con acufeni presentano un qualche grado di ridotta tolleranza ai suoni.